1904 Pizzi Moderni, La Lettura, marzo 1904, A. Melani

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Alfredo Melani sulla Rivista mensile del Corriere della Sera, La Lettura, nel marzo del 1904 (fascicolo 3), scrive di "Pizzi Moderni". L'articolo, per intero, si può leggere in rete sull'Emeroteca Braidense. 
 
 
Stralcio la parte dedicata all'Aemilia Ars che viene preceduta da alcune osservazioni su Jesurum (Venezia), sui libri di modelli e sull'evoluzione che dovrebbero avere i merletti.
 
Alfredo Melani ammirava molto, per i merletti, la scuola viennese. Anni dopo, nel 1914 ("La Lettura", marzo, Fascicolo 3) scrisse  Nel regno dei pizzi  e mise in evidenza la scuola ungherese.

 

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I modelli: ecco un punto scabroso ! Lo Jesurum si affidò, entusiasta, all'imitazione dell'antico.

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Nè gli amatori o riproduttori di pizzi hanno d'uopo di copiare de' modelli reali, cioè dei modelli eseguiti; - essi hanno a disposizione una quantità di volumi, fonti abbondanti di motivi cui da anni si rivolgono, con insaziato ardore, i pizzettai moderni. Il principale, opera classica composta a Venezia nel 1591 da Cesare Vecellio, reca un titolo leggiadro: Corona delle nobili et virtuose donne; ma, anteriormente, nel '30, Aristotile detto Zoppino aveva pubblicato un Esemplario di lavori da farsi con laco (!) in mano; nel '46 Pagan Matio pubblicava un Opera nova composta da Domenico da Seva detto il Franciosino, e nel 1557 pubblicava l'Ostans la sua brava raccolta a tacer d'altro, eccetto la Pretiosa Gemma delle virtuose donne composta da Parasole Isabella Catanea, di pochi anni posteriore alla Corona del Vecellio.
Tanta ricchezza di modelli doveva scoraggiare i moderni pizzettai; lo Jesurum, pertanto, allato delle imitazioni antiche, volle tentare il nuovo, produsse dei pizzi policromi, ma totto intese a primeggiare colla perfetta imitazione dell'antica arte merlettaria.
 
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Nessuno che abbia la conoscenza del nostro soggetto, potrebbe sostenere che lo Jesurum si tenne lontano dai suoi propositi; egli invece, comprese veramente il mistero dell'antica arte da lui rinverdita, fu un ottimo consigliere e diè al pizzo moderno l'esilità, le sfumature, le mille vaghezze proprie della sua natura. Io vorrei tuttavia che tale abilità formale fosse associata ad una visione di bellezza, che sula dal campo della tradizione cinquecentesca. Sono delicati, leggiadri, indimenticabili come una forte passione o come un bacio lungamente desiato, i pizzi veneziani che l'industria moderna meravigliosamente riproduce, ma vorrei che il pensiero dell'esteta si orientasse diversamente e ai giuochi antichi sostituisse de' nuovi intrecci moderni. Forse nessuna arte si adatta meglio ai sottili capricci della fantasia, di quella dei pizzi; essa, non stemperata da nessuna esigenza pratica, intende alla bellezza; - è come il campo della bellezza volge all'infinito, così il campo su cui i pizzi prendono forme ed immagini, non conosce limitazioni: ciò ne agevola evidentemente il rinnovamento, ed a nome di qeusto rinnovamento io sorgo a parlare; quindi, non per combattere i modelli antichi nei pizzi moderni, ma per eccitare alla creazione di nuove forme eststiche, io qui discorro sui pizzi che ben si piegano a sentimenti e espressioni novelle.
La novità accende ognora e infiamma le Signore, innamorate del nostro gentile ornamento, e la novità dovrebbe introdursi nella fabbricazione dei merletti come ne insegna trionfalmente a Vienna il Museo austriaco di arti e industrie. Invece la tradizione vince il pensiero e fiacca la mano dei nostri fabbricatori; e appena qualche tenue saggio sale all'orizzonte, timido e incerto, intanto che la imitazione o la copia, come la voce di Cristo, riempiono il mondo.

Tags: pizzi

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